Come ovunque, come in Italia, dove non si sa che cosa succederà a marzo, quando si esauriranno gli effetti del blocco dei licenziamenti, il timore per un colossale balzo in avanti della disoccupazione a causa della crisi economica e del blocco delle attività provocato dalla pandemia, anche in Francia la questione della perdita dei posti di lavoro è all’ordine del giorno.
Così, su iniziativa di un collettivo di lavoratrici e lavoratori di TUI, una delle più importanti multinazionali del turismo (per intenderci quella che controlla il circuito Nouvelles Frontières), è partito un appello per una manifestazione nazionale per il divieto di licenziare e contro la soppressione dei posti di lavoro.
Questo è il testo dell’appello:
Tutte e tutti a Parigi il 23 gennaio alle 14:00
Durante quest’anno la crisi sanitaria del Covid-19 ha tolto ogni inibizione ai padroni, in maniera che non ha precedenti. Con la complicità del governo, licenziano a tutto spiano e le cifre sono eloquenti e devastanti:
- nel solo mese di ottobre sono stati presentati 30 piani di licenziamento a settimana;
- un milione di posti di lavoro soppressi nel corso del 2020;
- 657 piani di licenziamento conteggiati tra il 1° marzo e il 22 novembre 2020;
- soppressione massiccia di posti negli ospedali e nei servizi pubblici;
- 500 miliardi di denaro pubblico elargiti alle aziende senza alcuna contropartita;
- e, durante tutto questo tempo… i principali indici di borsa registrano le migliori performance degli ultimi 30 anni… vergognoso!
Noi ci rifiutiamo di pagare la loro crisi! E’ questa la ragione alla base dell’appello delle lavoratrici e dei lavoratori di TUI, questo grande gruppo di turismo che vuole sopprimere 600 posti di lavoro sui 900 che occupa in Francia. Queste e questi dipendenti di TUI non hanno esitato a fine ottobre a tentare di riunire le forze per farla finita con i licenziamenti e hanno lanciato un appello pubblico all’unità per colpire insieme.
Ci rifiutiamo di essere la variabile per aggiustare di conti di questi “coronapprofittatori”, di questi “padroni-licenziatori” che continuano a riempirsi le tasche mentre i nostri posti di lavoro vengono soppressi o delocalizzati all’estero a solo vantaggio degli azionisti. Il denaro elargito alle aziende doveva servire a salvaguardare i nostri posti di lavoro, non a sopprimerli massicciamente.
E’ tempo di unirsi e di resistere tutte e tutti insieme… Unirsi per non subire più!
Separatamente non ci riusciremo, ma tutti uniti a lottare per lo stesso obiettivo possiamo invertire i rapporti di forza e far cessare questa ecatombe. Facciamo fronte comune.
Elaboriamo insieme un piano di battaglia per farla finita con i licenziamenti e con le delocalizzazioni.
Bisogna intensificare le lotte, partecipare in massa alle manifestazioni e ai picchetti di sciopero. Occorre che localmente ciascuna e ciascuno di noi sostenga i lavoratori in lotta per rompere l’isolamento, far arrivare la solidarietà e convincere tanti altri lavoratori.
Diamo visibilità alla distruzione massiccia di posti di lavoro che ci fa sprofondare nella precarietà: facciamo vietare i licenziamenti!
Ecco perché facciamo appello a tutte e tutti i lavoratori a venire con noi
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
SABATO 23 GENNAIO ALLE 14:00
a Parigi, di fronte all’Assemblea nazionale
Sarà solo l’inizio di un fronte comune contro la condanna a morte dei nostri posti di lavoro nelle aziende, negli ospedali e nei servizi pubblici!
L’appello, alla data odierna è stato firmato da:
CGT TUI-Francia, Solidaires Poste 92, CGT General Electric Villeurbane, UNSA Transdev Visual, CGT Cargill, SUD Renault Goyancourt, Unione dipartimentale CGT 92, Info’Com-CGT, Federazione SUD Commercio, CGT Ministero del Lavoro, CGT Hotel di prestigio ed economici (HPE), Federazione SUD Poste, CGT AHG, Collettivo CGT Supermercati Monoprix, Unione sindacale Solidaires