CADICE, DOPO UNA SETTIMANA DI SCIOPERO UN ACCORDO CHE PENALIZZA I SALARI

LA CONCERTAZIONE E LE TRATTATIVE SEPARATE FANNO CEDERE TERRENO AI LAVORATORI OVUNQUE

Foto Coordinadora de Trabajadores del Metal en la Bahía de Cádiz - CTM per DIARIO Bahía de Cádiz

DI FABRIZIO BURATTINI

Due giorni fa, proprio mentre migliaia di metallurgici andalusi, affiancati da altrettante migliaia di studenti della città di Cadice manifestavano di fronte alla sottodelegazione del governo per protestare contro la repressione poliziesca delle massicce manifestazioni dei giorni precedenti e contro la criminalizzazione delle proteste fatta dalla stampa e dalla TV, è giunta la notizia che i sindacati UGT (Unión General de Trabajadores) e CCOO (Confederación Sindical de Comisiones Obreras) si erano incontrati a Siviglia, nella capitale della regione andalusa, con i datori di lavoro della FEMCA, la Federmeccanica regionale, e con i vari rappresentanti delle amministrazioni per definire un pre-accordo adeguato per poter revocare lo sciopero iniziato il 19 novembre.

Non appena resi noti i dettagli del “pre-accordo” si è capito che l’intesa raggiunta stabilisce un aumento salariale del 2% per i tre anni di vigenza del contratto (2021-23), e che, qualora l’indice dei prezzi al consumo registrasse anno per anno un aumento del costo della vita più alto solo l’80% di questa differenza andrebbe a incidere sulle retribuzioni, peraltro senza definire se questi aumenti sarebbero poi consolidati nelle retribuzioni tabellari.

Vale la pena ricordare che già per quest’anno del 2021, che sta volgendo al termine, è già noto che i prezzi al consumo sono aumentati del 5% e che con tutta probabilità questo fenomeno si ripeterà anche nei prossimi anni, anche a causa delle grandi elargizioni finanziarie alle imprese con il pretesto della pandemia. Dunque l’accordo già programma una perdita di vari punti percentuali di potere d’acquisto per i lavoratori. Ricordiamo che la grande e radicale protesta dei metallurgici andalusi è stata mossa, oltre che dalla dilagante precarietà (3 lavoratori su 4 sono assunti con contratti a termine), anche dalla diffusa percezione da parte delle famiglie operaie e più in generale dell’opinione pubblica di un forte impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori salariati.

Non a caso la CTM (la Coordinadora de Trabajadores del Metal en la Bahía de Cádiz), che ha coordinato gran parte delle mobilitazioni dell’ultima settimana, ha espresso un parere negativo sull’intesa, così come la Federazione dei sindacati metalmeccanici della CGT (FESIM-CGT, la storica organizzazione degli anarcosindacalisti). Entrambe queste organizzazioni hanno dato indicazione di votare no nelle assemblee che si sono svolte ieri nelle aziende metallurgiche della provincia di Cadice.

Queste organizzazioni denunciano la totale mancanza di democrazia nella gestione di questa consultazione, condotta senza far votare i lavoratori e riportano come nelle aziende in cui si è proceduto a una regolare votazione i contrari all’accordo sono stati sempre prevalenti.

La CTM, la FESIM-CGT, assieme al sindacato studentesco e assieme a numerosi quadri sindacali di opposizione iscritti ai sindacati firmatari dell’accordo, hanno convocato per la giornata odierna un’assemblea aperta di fronte alla sottodelegazione governativa, a Cadice, in piazza San Juan de Dios, per discutere su come andare avanti