DI STEFANIA FANTAUZZI
In seguito alle continue richieste di interessamento da parte della USB, verso tutti i livelli istituzionali comunali, regionali, e nazionali, il giorno 30 ottobre, al Consiglio Comunale di Termoli (e solo in quello!) viene portata un’interpellanza sulla ex Fiat.
In oggetto, la “richiesta di un confronto tra l’area urbana di Termoli e la direzione dello stabilimento Stellantis SpA di Pantano Basso, in merito alla riconversione produttiva dell’impianto, per le sue conseguenze sui livelli occupazionali, sulla sicurezza e sull’ambiente”.
Marcella Stumpo di “Termoli bene comune” (prima firmataria col resto della minoranza consiliare), dopo aver manifestato le preoccupazioni legate alla ricadute sociali ed ambientali per questo progetto, ha interrogato le intenzioni del Sindaco e della maggioranza sul volersi interessare a tal proposito e a voler allargare agli altri Sindaci e al Consiglio Regionale l’attenzionamento del progetto.
Termoli rappresenta la “foglia di fico” per tutto il gruppo Stellantis in Italia.
Infatti, a fronte di 12.000 licenziamenti annunciati negli stabilimenti su tutto il territorio Nazionale (ai quali dobbiamo aggiungere tutto l’indotto e il collegato!!), stanno imbrogliando l’opinione pubblica con la promessa di soli 1000 posti di lavoro, dove oggi se ne contano più di 2000, e se ne contavano più di 3000 qualche anno fa. Termoli è quello stabilimento che, grazie all’impegno contenuto nel PNRR, accoglierà una delle tre gigafactory, obiettivo della transizione energetica in Europa.
Di tale riconversione non si conoscono tempi e meriti, compreso l’impatto con l’ambiente.
Tutto questo nel 2025/26, data alla quale nessun ammortizzatore sociale, per come li conosciamo oggi, sarebbe capace di accompagnarci.
Il Sindaco Roberti, a queste minacce per i cittadini e per il territorio che rappresenta, ha risposto che “ Termoli è fortunata rispetto agli altri siti ex fiat italiani”. Che gli “investimenti destinati dal Pnrr, rappresentano un vantaggio, non solo per il territorio molisano, ma per tutta l’Italia, in quanto recupererebbe il nostro ritardo sull’elettrificazione dell’automotive”…. “Di stare tranquilli, perché , oggi come negli anni passati, la conciliazione moderata e la sinergia tra i vertici dell’azienda e le sigle sindacali, ha sempre portato premi e rassicurazioni per il futuro di tutti dipendenti della Fiat..”
Al signor Sindaco, che evidentemente “sta sereno”, ed a tutti gli altri livelli istituzionali e politici che restano nel silenzio complice di questo pericolo, vorremmo quindi far notare, quel che non appare
Loro essere un problema, ma una fortuna:
Che dal 2020 ad oggi, abbiamo perso più di 500 posti di lavoro senza rimpiazzo alcuno senza considerare indotto e collegato.
Che non può giudicare positivo di perderne altri 1000 e oltre.
Che le produzioni dello stabilimento motori benzina, motori ibridi, cambi a 5 e cambi a 6 marce, sono in ginocchio da più di due anni a causa di continui cicli di cassa integrazione.
Che poche centinaia sono le persone a lavorare, molte delle quali soltanto per uno due giorni a settimana. Gli altri, per niente!
Che la crisi per il covid e per l’approvvigionamento dei superconduttori, sono diventati una scusa per delocalizzare le nostre produzioni all’estero e toglierci il lavoro.
Che gli ammortizzatori sociali vengono utilizzati in maniera strumentale, discriminatoria e ricattatoria.
Che le poche persone comandate a lavorare vengono avvisate giorno per giorno.
Che queste si ritrovano in un’officina dove i ritmi sono comunque insostenibili perché, nonostante il gran numero di gente a casa, sono convocati sempre in pochi e male organizzati, col fine di risparmiare!
Che in fabbrica sono stati chiusi molti bagni, una mensa, tolti i secchi dell’ immondizia, e si trovano addirittura sforniti i distributori di mascherine… e che questo non vuol dire solo disagi per i dipendenti presenti in fiat, ma anche il licenziamento di quegli addetti ai servizi che vengono tolti o ridimensionati. Sono stati licenziati tutti i giardinieri.
Sono stati licenziati 100 lavoratori della “Kuehne Nagel” , subappaltata alla “Elpe”, che ci forniva magazzini.
Che, bene la transizione energetica, ma questa non può avvenire a scapito dei nostri posti di lavoro e non può avvenire senza che i processi di cambiamento vengano governati.
Che il Molise stanziò soldi pubblici, per tenere in piedi lo stabilimento e i posti di lavoro che l’alluvione aveva distrutto.
Che prima di parlare dovrebbe confrontarsi con tutte le rappresentanze dei lavoratori, e non col ricco industriale che comanda. A meno che , anche lui, non rappresenti gli interessi del Padrone.
Che noi della USB non smetteremo mai di cercare una soluzione che ravvediamo nella nazionalizzazione di quello che si vuol portare all’estero, e nella redistribuzione del lavoro e un salario dignitoso.
Termoli, 6 novembre 2021.