DEMOCRAZIA SOSPESA

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DI LEONARDO DE ANGELIS

Lo statuto della CGIL recita proprio nel suo articolo 1 che “la CGIL considera decisivo (…) il pieno rispetto del principio della libertà sindacale e del pluralismo” con i conseguenti “rifiuto di qualsiasi monopolio dell’azione sindacale” e “verifica del mandato di rappresentanza conferito dalle lavoratrici e dai lavoratori…”.

Nonostante ciò, la Filcams, cioè la federazione CGIL per le lavoratrici e i lavoratori dei servizi e del commercio, impedisce pretestuosamente il rinnovo della RSU della Sistemi Informativi, azienda del Gruppo IBM, nella sua sede di Roma. Eppure, la Rappresentanza sindacale unitaria in carica è “scaduta” già dal 22 giugno scorso, cioè nove mesi fa. Il motivo addotto per non indire nuove elezioni è del tutto fantasioso e deviante. Secondo i dirigenti della Filcams occorre attendere la “normalizzazione” della situazione.

In realtà, è proprio la situazione molto grave che imporrebbe di andare subito alla elezione di una rappresentanza sindacale con il massimo di capacità di esprimere la volontà delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti dall’azienda.

La IBM, la proprietaria al 100% di Sistemi Informativi, ha da tempo annunciato che alla fine di quest’anno l’azienda verrà divisa in due con la creazione di una Newco (questo è il nome provvisorio che IBM ha deciso) che si occuperà di servizi ed infrastrutture IT, mentre la IBM si occuperà di cloud e di intelligenza artificiale. Con il conseguente più che concreto rischio che la Newco sia la classica “bad company” e che anche le consociate (Sistemi Informativi compresa) facciano la stessa fine!

Già il 30 novembre scorso la IBM Italia ha dichiarato 650 esuberi tra impiegati e quadri, con una riduzione del 15% della forza lavoro da concretizzare prima della creazione della Newco. Per farlo ha aperto subito una campagna di dimissioni incentivate che molto difficilmente riuscirà a coprire l’interno numero di esuberi previsti. Non è dunque difficile pronosticare una serie di licenziamenti da effettuare non appena il governo leverà il blocco dei licenziamenti introdotto per la emergenza COVID.

Ecco perché, di fronte a questa situazione, è necessaria la più rapida elezione di una rappresentanza pienamente legittimata a partecipare ai tavoli che sicuramente verranno convocati nei prossimi mesi, che possa avere la forza di tentare di limitare i danni occupazionali che potranno coinvolgere direttamente tante lavoratrici e tanti lavoratori.

Questo mostra il vero motivo per cui la Filcams vorrebbe impedire il rinnovo della RSU. Nelle elezioni di tre anni fa la Filcams è riuscita a far eleggere un solo rappresentante, mentre gli altri 8 eletti sono stati scelti dalle lavoratrici e dai lavoratori nella lista dell’USB.

La Filcams, dunque, ha tutto interesse ad arrivare al momento in cui la situazione in azienda precipiterà in modo forse drammatico e traumatico per essere solo lei, o attraverso il sindacato territoriale o attraverso una RSA (che, come è noto, a differenza delle RSU non viene eletta ma può essere nominata dall’alto solo dai sindacati “firmatari di contratto”), a poter accedere al tavolo del cruciale negoziato che si profila all’orizzonte. Riuscendo così a ripolarizzare attorno a sé l’attenzione e il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che negli ultimi anni l’avevano meritatamente mollata, scegliendo di essere più efficacemente rappresentati da altre sigle.

L’atteggiamento assunto dalla Filcams CGIL in questa vicenda si iscrive peraltro perfettamente in un contesto di sempre più generale negazione dei più elementari principi di democrazia e di pluralismo nei luoghi di lavoro, attraverso tanti accordi interconfederali e addirittura tante norme contrattuali concordate con le controparti. Questo è in fondo uno dei motivi alla base della nascita di questo sito.

La RSU USB ha da ieri indetto una raccolta di firme tra i lavoratori dell’azienda per esigere l’indizione al più presto delle elezioni per il rinnovo della RSU. Perché la democrazia sindacale non resti solo uno slogan da esibire negli statuti ma sia una pratica concreta e costante.